ROMA - È una figlia del teatro Giorgia Trasselli, amata e conosciuta dal pubblico televisivo quale Tata nella storica sitcom Casa Vianello, e al teatro Ambra Jovinelli di Roma, fino al 4 novembre,interpreta il ruolo di «Un’altra» nello spettacolo «Dignità autonome di prostituzione» di Luciano Melchionna. La performance, che rasenta l’avanguardia, è formata da pillole teatrali in cui i vari personaggi si raccontano a pochi spettatori per volta in diversi luoghi, dislocati attorno al palco principale. In DAP la Trasselli recita un monologo drammatico: «Il mio personaggio parla a un figlio di un uomo che le ha causato enormi sofferenze. Contemporaneamente si guarda dentro, in cerca di una speranza per il futuro.
Le emozioni che condivido ogni sera con gli spettatori sono una grande palestra, come attrice e come donna». La pièce «fa prostituire» gli attori per il pubblico pagante; vende storie, parole e corpi. E nello showbiz? «Il problema attuale è nella visione che ha la società del corpo della donna, non nella sensualità in sé. Il corpo e la femminilità vengono commercializzati a brandelli, come prodotti di macelleria. Mi intristisce». La femminilità cos’è? «La sensualità, la femminilità, sono potenti e meravigliose: il mondo e tutto ciò che facciamo, parlare, camminare, mangiare, ridere. Ogni cosa è permeata di eros, di piacere, del gusto per la vita». L'essere attrice rischia di influire sull'essere donna e metà di una coppia...
«Vorrei poter dire che quando scendo dal palco mi lascio tutto alle spalle, ma non è così. Smetto di recitare, ma porto inevitabilmente con me i personaggi. L’attore si mette in gioco completamente, anima e corpo, nervi e viscere, condivide gioie e dolori che interpreta. E la vita di coppia è messa a dura prova, ma l’aiuto più grande negli anni è stato proprio avere un nido sicuro a cui tornare, dove poter essere me stessa». Per il grande pubblico televisivo Giorgia Trasselli è la Tata di Casa Vianello, e infatti «grazie alla sitcom con la Mondaini e Vianello ho conosciuto la notorietà. Ma, benché in Italia il mondo dello spettacolo sia organizzato a compartimenti stagni, non ho mai smesso di fare altro: teatro, radio, insegnamento della recitazione. Del resto Sandra e Raimondo mi avevano scelto proprio perché venivo da palcoscenico. Come loro».
Giovedì 25 Ottobre 2012 - 16:01 Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Ottobre - 20:17